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Firenze è famosa nel mondo tanto per la ricchezza artistica quanto per la produzione di pelle. Camminando per gli stretti vicoli fiorentini vi sarà capitato di sentire un particolare profumo di Cuoio che non avevate mai sentito in nessun’altra città, e magari vi siete chiesti: perché Firenze è così famosa per la produzione di borse Made in Italy e per le sue pelletterie?
L’intera città infatti, così come buona parte della Toscana, è il cuore pulsante della produzione pellettiera italiana, soprattutto di quella di alta qualità e di lusso.
Ancora oggi in quest’area convivono i più importanti brand internazionali del settore e le piccole botteghe artigiane a conduzione familiare, delle quali noi di FP PELLETTERIE facciamo orgogliosamente parte.
L’inizio della storia della pelletteria fiorentina è fortemente legata al proprio fiume Arno. La concia infatti inizialmente veniva eseguita a monte e a valle di Ponte Vecchio, mettendo le pelli a bagno nel letto del fiume. L’Arno inoltre permetteva di essere facilmente navigato fino al centro di Firenze, così da avere una continua connessione con altri importanti centri conciari toscani come Pisa.
Il legame tra Firenze e la lavorazione del cuoio deriva da molto lontano e già dalla fine del ‘200 l’Arte dei Cuoiai o Galilai associava tutti i fiorentini che praticavano il mestiere di cuoiaio, conciatore (a quel tempo detto “pelacani”), rivenditore (detto “pezzaio”) e doratore (conosciuto anche come “orpellaio”).
Nel 1562 Cosimo I fece confluire l’Arte dei Cuoiai e Galigai nell’Arte dei Calzolai. La qualità da mantenere era elevatissima, poiché gli statuti di queste Arti prevedevano pene molto severe per chi osava vendere scarpe prodotte con differenti qualità di cuoio. Contemporaneamente nacque anche l’Università dei Maestri del Cuoiame, i quali insegnamenti sono tutt’oggi messi in pratica dai pellettieri fiorentini.
Nonostante ciò, il primissimo documento ufficiale legato alla lavorazione della pelle a cui siamo potuti risalire è un’indagine di mercato del 1768 relativa all’attività conciaria in Toscana, scritta e firmata da Filippo Neri, il “Provveditore dell’Arte de’ Vajay e Qujaj”. Da questa si può notare come già a quel tempo Firenze producesse da sola un terzo di tutte le pelli presenti sul mercato.
Ancora oggi Firenze resta la capitale indiscussa della pelletteria italiana, contando che un’impresa su tre in Italia ha sede in provincia di Firenze.
Passeggiando per il centro di Firenze si possono ancora oggi trovare delle strade che fanno riferimento alla pelletteria fiorentina, come via delle Conce e via dei Conciatori.
In questi tratti di strada infatti vi erano le attività degli antichi conciatoi di pelletteria, ovvero grandi stanze che andavano dall’attuale n° 5 di via delle Conce fino all’angolo con via dei Conciatori.
Infine, un altro cenno storico legato alla lavorazione della pelle nella Firenze antica lo si ritrova nel tratto di strada che va da via San Giuseppe a via dei Conciatori, il quale in passato portava il nome di via dei Bucciai (coloro che lavoravano un tipo di pellame più fine), e nel tratto successivo che porta a via Ghibellina, il quale si chiamava via dei Pelacani.