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Il rossetto è uno dei cosmetici più amati dalle donne; otto su dieci infatti, ne fanno uso. Grazie alla sua capacità di rendere sensuale il sorriso di una donna e attirare l’attenzione maschile, oggi quest’accessorio è diventato un fedele compagno da portare sempre con sé.
La sua grande popolarità negli anni ha portato gli ingegnosi artigiani a costruire un apposito astuccio per permettere alla donna di portarlo sempre con sè nella propria borsetta. In ogni momento, grazie al portarossetto, ogni donna può sistemare il proprio trucco.
Ma scopriamo insieme la storia del rossetto prima, e del portarossetto poi...
La storia e il significato del rossetto: dai Sumeri a Cleopatra
La storia del rossetto ha antiche radici riconducibili alle civiltà mesopotamiche. Le prime tracce infatti, sono state rinvenute nella tomba di una principessa sumera datata 2800 a.C. Al suo interno vi era una scatola d’oro contenente una pasta di polvere rossa, olio di sesamo, essenza di rosa e un pennellino.
Dalle scoperte archeologiche, sappiamo che nell’antico Egitto l’uso del rossetto era diffuso sia tra le donne che tra gli uomini come simbolo di potere e che era ottenuto dalla combinazione di insetti pestati, bacche e cere; quello di Cleopatra ad esempio, era ricavato dai pigmenti dei coleotteri e delle formiche.
Nell’antica Grecia al rossetto toccò una sorte meno prestigiosa invece, poiché il suo utilizzo era riservato solo alle prostitute. Queste infatti, dovevano indossarlo pubblicamente per dimostrare il loro disinteresse nella ricerca di una relazione sentimentale seria.
Il rossetto fu protagonista anche della scena romana. Il “purpurissum”, nome attribuitogli all’epoca, era utilizzato sia durante le celebrazioni religiose, nelle quali veniva applicato sulle statue delle divinità, sia nel quotidiano. I materiali utilizzati erano due minerali: il minio e il cinabro.
L’importanza del rossetto venne mantenuta fino al Medioevo, età storica in cui i trattamenti di bellezza e la cura dell’estetica femminile vennero considerati sinonimo di peccato e stregoneria; per il rossetto fu un vero e proprio oblio.
La rivalsa del rossetto si ebbe nel 1500 con l’ascesa al trono della Regina Elisabetta I. La donna infatti lo amava molto, e sia le stessa che i membri della sua corte, lo indossavano spesso in pubblico e in privato.
Nei secoli successivi il rossetto conobbe alti e bassi alternandosi a momenti di gloria, come avvenne nel settecento nelle corti francesi, ad altri più oscuri durante l’ottocento, secolo in cui le donne preferivano mostrarsi pallide e quasi prive di trucco.
Per rivedere il rossetto sulle labbra delle donne fu necessario aspettare le suffragette, che oltre a combattere per il diritto di voto, lottarono per l’emancipazione femminile e la parità dei diritti; fu proprio con loro, infatti, che il rossetto (rosso acceso) divenne un simbolo della resistenza femminile.
Sebbene con la seconda guerra mondiale l’uso del rossetto perse parte della propria importanza nei paesi belligeranti, col termine dei conflitti la storia del rossetto subì una notevole ascesa diventando l’accessorio femminile per eccellenza.